Ripropongo un vecchio articolo.
Ieri su rai 5 è andato in onda il film “Le vite degli altri”.
Anni fa avevo tentanto di farne una recensione rimasta non so in quale cassetto, mentre qualche mese fa il ricordo di quel film aveva generato invece questo pensiero: quanto può l’arte (la musica in particolare, nella scena in questione) essere pericolosa in un regime totalitario? Ma più in generale, può la musica, o qualsiasi altra forma di arte, togliere i paraocchi, scalfire pregiudizi e cuori duri? Oggi (in cui siamo TUTTI, DEMOCRATICAMENTE, sotto controllo) quanto impaurisce la capacità della cultura di fornire autonomia di giudizio?!
Hai ottenuto la mia nomination per – Liebster Award – troverai il regolamento sul mio blog http://ladimoradelpensiero.wordpress.com. Carla