La settimana scivolata con orari di ufficio, tra incontri coi colleghi e impegni privati. Il venerdì con il lavoro seguito da concerti prolungati in lunghissime serate tra amici.
Il sabato di hangover e poi la domenica. Che nemmeno ai tempi della scuola, tra catechismo e compiti. La semplicità di un ritmo che, per il momento, non suona affatto male, anzi suona benissimo.
La sveglia ritardata e il brunch dell’una. La pila di vestiti sulla sedia e le paia di scarpe sotto la poltrona. Le lavatrici e le pulizie del fine settimana. La toelettatura e la passeggiata domenicale.
Fermarsi in piazza ad ascoltare l’orchestrina di un’accademia musicale, mangiare un pezzo di pizza e chiudersi in un cinema lasciando fuori il resto del mondo.
Un cartone animato* che ci ripensi e dici: “geni maledetti!” Uno di quelli che sono film di animazione per gli adulti, con quella psicologia che, forse, avrebbe fatto invidia pure a Freud. Una di quelle storie semplicissime, che hanno a che fare con le emozioni. Come tutto, del resto. Però ti aiuta a ricordare che per Gioia è necessaria Tristezza.
E allora mi viene in mente il favoloso Leopardi e il Sabato del villaggio e … Banalità simili.
Mentre l’ultima sigaretta della settimana fuma al fresco della terrazza, si alza l’eco lontana di qualche piano bar che fa più o meno così:
Buona domenica, tanto tua madre non capisce,
continua a dirti “Ma non esci mai?
Perché non provi a divertirti?”
Buona domenica, quando misuri la tua stanza,
finestra, letto e la tua radio che
continua a dirti che è domenica.
Ciao, ciao domenica, passata a piangere sui libri …
Che poi uno ci ripensa e il ricordo di quelle domeniche fa venire i brividi, di fronte a questa semplice normalità. Eppure che fatica guadagnarsela! E tenersela stretta! Poi magari inizia a non bastarti più nemmeno quella… E allora facciamo che per il momento va benissimo così, che è bello finché dura, se dura.
Ciao, ciao domenica!
*”Inside out”. Assolutamente consigliato!
“lasciando fuori tutto il resto..”
splendida riflessione..
🙂