Come tra le corde dell’altalena, panni stesi ad asciugare. Per volare c’è bisogno di vento.
Stanotte il vento sovrastava i pensieri. E il sonno. Gli spifferi ululavano attraverso gli infissi e il suono si faceva il lamento di uomini dolenti.
Mi sono alzata dal letto, per controllare che i panni non fossero ancora stesi sui fili del balcone. Altrimenti una specie di ansia non mi avrebbe lasciata dormire. Come quando abitavo ancora in questa casa, dove la biancheria sapeva di buono ed emanava un inconfondibile odore di famiglia. Di tanto in tanto un tappeto o uno strofinaccio appena lavato perdeva le mollette e volava via. Nelle migliori delle probabilità si incastrava tra i fili dell’appartamento del piano inferiore o cadeva all’interno della recinsione del parcheggio condominiale. Nelle peggiori delle probabilità si perdeva oltre il cancello o restava smarrito per un po’. Giusto il tempo necessario per convincere la mamma che lo avevano rubato. Sistematicamente però si ritrovava poco dopo, nascosto in qualche angolo tra le piante molti metri più in là.
Nelle nuove case metropolitane problemi simili non ce ne sono. Balconi e verande sono un lusso esclusivo di adulti facoltosi. I fili per stendere – laddove non ci siano inferriate – violano i diritti condominiali e incrinano i rapporti con gli inquilini di sotto. Ma vai a spiegarlo agli abitanti delle terre dei venti.
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Grazie Aurora Iblea 😉